Lezione 1 - parte

Lezione n.1 DAL LATINO AL VOLGARE (le origini di una lingua)

di Pier Paolo Benucci


1° testo INDOVINELLO VERONESE (fine IX secolo)


1° scheda Storia di un indovinello


2° testo ISCRIZIONE DI COMMODILLA (metà IX secolo)


2° scheda Sostrati e lingue neolatine


3° scheda Appendix probi: il volgare nasce dagli errori


3° testo I PLACITI DI MONTECASSINO (960)


4° scheda Storia di parole colte e di parole popolari


4° testo ISCRIZIONE DI SAN CLEMENTE (1084-1100ca.)


5° scheda Etimologie e mutamenti di significato

PRIMI DOCUMENTI DEL VOLGARE

NASCE LA LETTERATURA ITALIANA.


INDOVINELLO VERONESE (fine IX sec.)


Nella Biblioteca Capitolare di Verona, in un manoscritto liturgico (Codice 89), sul retro

del terzo foglio nel margine in alto, compaiono due versi, scritti in una lingua che non è
più il latino classico, che non è ancora il volgare del Trecento. Questi due versi sono
conosciuti col nome di "Indovinello Veronese" e possono essere considerati uno dei
primi esempi di letteratura non-latina. Siamo negli ultimi anni dell'VIII secolo o nei
primi del IX e colui che scrive, molto probabilmente un copista veronese, usa
intenzionalmente il latino parlato, il latino non colto. Utilizza una nuova lingua scritta
che ben presto chiameremo "il volgare".

E' un testo scherzoso, contiene, come tutti gli indovinelli, un insieme di metafore, non

è una formula giuridica, non è una nota di carattere amministrativo, è quindi un testo
letterario. I due versi sono seguiti da una formula in latino classico e corretto. Nel testo
originale la grafia è più complessa:

separebabouesalbaprataliaaraba&alboversoriotenebae&negrosemen seminaba


gratiastibiagimusomnip[oten]ssempiterned[eu]s


Se pareba boves, alba pratalia araba,


albo versorio teneba, et [?] negro semen seminaba.


Gratias tibi agimus onnipotens sempiterne Deus.


Spingeva davanti a sé i buoi, un bianco campo arava,


teneva un bianco aratro, e un seme nero seminava.


Ti rendiamo grazie in eterno dio onnipotente


SUGGERIMENTI PER L'ANALISI


La soluzione dell'indovinello è evidente: un amanuense, un copista spinge avanti le


dita e scrive su un foglio bianco, tenendo una penna d'oca che versa inchiostro nero.


Particolarmente interessante il fatto che la soluzione di questo indovinello scaturisca


dalla stessa azione del trascriverlo.


1. I verbi pareba, araba, teneba, seminaba hanno perso la "t" finale (tenebat). Al


posto di se, in latino, sibi. Da pratalia il dialettale odierno pradalia.


2. Invece di un corretto accusativo latino album versorium abbiamo le forme "volgari"


albo, versorio.


Invece di un corretto accusativo latino nigrum semen abbiamo la parola, già italiana,


Non possiamo considerare questo insieme di errori casuale, è frutto di una scelta.


Si utilizzano forme popolari, del latino parlato, del volgare.


SCHEDA N. 1: STORIA DI UN INDOVINELLO


Negli "Aenigmata Anglica" leggiamo un indovinello di Aldelmo (640 ca.-709)


monaco benedettino anglosassone :


Pergo per albentes directo tramite campos,


candentique viae vestigia cerula linquo


lucida nigratis fuscans anfractibus arva. .


TRADUZIONE: procedo diritto attraverso bianchi campi, e sulla candida via


lascio tracce celesti, campi bianchi macchiando con oscuri solchi. .


Anche Paolo Diacono (Cividale 720 ca.-Montecassino 799), il grande storico e


maestro di grammatica alla corte di Carlo Magno, autore della "Historia


Langobardorum" riporta un indovinello simile:


Candidolum bifido proscissum vomere campum


visu et restrictas adii lustrante per occas.


TRADUZIONE: Un candido campo solcato da un vomere a doppia lama mi apparve


e per gli stretti solchi avanzai riflettendo.


Ancor oggi in alcuni dialetti sopravvive l'indovinello (il campo è bianco / nera è


la semente / tre buoi lavorano / due non fanno niente). Basta guardare come si


impugna una penna per capire chi sono i due "buoi" che non fanno niente.


Un'ultima versione ce la offre Pascoli nella poesia "Il piccolo aratore" tratta da


Myricae:


"Scrive. . (la nonna ammira): ara bel bello,


guida l'aratro con la mano lenta;


semina col suo piccolo marrello (1) :


il campo è bianco, nera la sementa.


(1) il marrello è la piccola zappa: il bambino che impara a scrivere sotto gli occhi


della nonna,


tiene la penna come una zappa.


Pascoli costruisce anche una poesia sul bambino che impara a leggere


"Il piccolo mietitore".


C'è il campetto bianco, il grano nero, le lunghe righe, ecc.

Source: http://www.russell-newton.it/dentro_scuola/mat_didattici/files/Lezione1-Parte1.pdf

04-2012

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